mercoledì 8 maggio 2013

Gothic Lolita: Storia, forme e linguaggi di una moda giapponese



Un'anima ribelle sotto i merletti...“enigmatiche, affascinanti, ingenue o ribelli”. 
In occidente sembra facile etichettare le gothic lolita -ragazze che tentano di rievocare l'epoca vittoriana (1837-1901) soprattutto (ma non solo) attraverso l'abbigliamento -, eppure ogni particolare del loro aspetto fisico, dalla veletta all'ombrellino lezioso, cela un messaggio che fatichiamo a comprendere o anche solo a recepire. Gothic Lolita ripercorre in modo articolato le origini di questo trend (divenuto anche way of life). Scopriamo così che l'assorbimento del patrimonio inglese del tardo Ottocento non avviene nel Sol levante in modo passivo e automatico, bensì attraverso un processo di contaminazione e rielaborazione.
Il Gothic Lolita nasce in Giappone intorno alla fine degli anni novanta e il primo ad utilizzare il termine Gothic per indicare questo stile di vita della moda lolita fu il famoso chitarrista Mana, che nel 1999 fece del suo marchio Moi-meme-Moitié il primo brand ufficiale del Gothic Lolita. La moda Gothic Lolita divenne sempre più famosa nel resto del mondo dagli anni duemila grazie alla pubblicazione della prima rivista specializzata, la Gothic & Lolita Bible, e all'abbigliamento tenuto sempre dallo stesso Mana nei concerti. Successivamente il gothic lolita fu prodotto anche da altri marchi.
Lo stile Gothic Lolita, in contrasto con gli altri stili Lolita, è caratterizzato da un trucco solitamente scuro, dark, utilizzato in modo leggero. Gli occhi sono o molto definiti, con dell'eyeliner e del khol, o molto sfumati, con dell'ombretto, di norma nero o di colori scuri; il rossetto è generalmente rosso scuro o vivo. Il trucco risulta meno pesante di quello usato dalla moda gothic.
Nei vestiti, notevole l'uso del colore nero abbinato, a seconda dei capi, dal colore bianco, blu, rosso, viola, con merletti, ricami e fiocchi di questi colori e con calze, calzini sopra il ginocchio o collant bianchi o neri.
Alcuni degli elementi più caratteristici dello stile sono i capelli usati, come i mini cilindri, le mini corone e gli accessori ispirati all'epoca vittoriana come parasole e talvolta anche delle cuffie da neonato. Sono molto usate le fasce per i capelli, con decorazioni quali fiocchi, fiori e lacci. Altri accessori sono borse o borsette, talvolta a forma di pipistrello, bara, crocifisso così come orologi da tasca o orsacchiotti e pelouche.
Il look lolita ha iniziato a distinguersi principalmente per la sua attenzione ai materiali e alla manifattura dei vestiti. La silhouette classica prevede una gonna lunga fino al ginocchio con una forma a campana data da varie sottovesti, ma si è evoluta fino a comprendere gonne lunghe fino alla caviglia o corsetti.
Le ragazze nipponiche, inoltre, incarnano perfettamente il cosiddetto modello del moratorium ningen, vivono cioè rimandando di continuo l'ingresso nella temuta (e un poco disprezzata) età adulta. Questo tentativo di posticipare la piena maturità si manifesta anche attraverso l'amore verso il kawaii (il carino infantile), che tra il 1960 e il 1970 ha appunto contribuito a dar vita al gothic lolita. Questo stile, dunque, cela un complesso discorso sociologico che attraversa gli ultimi cinquant'anni e si esprime tanto attraverso la moda quanto molteplici forme artistiche, come il cinema (Kamikaze girls), i manga (NANA, Lady Oscar, X-day...), e la musica (visual kei, Malice Mizer, Moi dix Moi...).
Dietro merletti e balze, insomma le gothic lolita nascondono un'identità dalle forti radici e, soprattutto, un'anima: un'anima che cerca di contrastare la realtà con un pizzico di candore, di dolcezza e, forse, persino di sana follia.

Oh dio-chan, questo vestito fatto a forma di torta rosa con fiocchi fuxia a forma di torta e cappello di torta lilla è così...così...KAWAII!”
Una Gothic Lolita su vestiti di alta classe.
Carmy-chan

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