Un'anima ribelle sotto i
merletti...“enigmatiche, affascinanti, ingenue o ribelli”.
In
occidente sembra facile etichettare le gothic lolita -ragazze che
tentano di rievocare l'epoca vittoriana (1837-1901) soprattutto (ma
non solo) attraverso l'abbigliamento -, eppure ogni particolare del
loro aspetto fisico, dalla veletta all'ombrellino lezioso, cela un
messaggio che fatichiamo a comprendere o anche solo a recepire.
Gothic Lolita ripercorre in modo articolato le origini di questo
trend (divenuto anche way of life). Scopriamo così che
l'assorbimento del patrimonio inglese del tardo Ottocento non avviene
nel Sol levante in modo passivo e automatico, bensì attraverso un
processo di contaminazione e rielaborazione.
Il Gothic Lolita nasce in Giappone
intorno alla fine degli anni novanta e il primo ad utilizzare il
termine Gothic per indicare questo stile di vita della moda lolita fu
il famoso chitarrista Mana, che nel 1999 fece del suo marchio
Moi-meme-Moitié il primo brand ufficiale del Gothic Lolita.
La moda Gothic Lolita divenne sempre più famosa nel resto del mondo
dagli anni duemila grazie alla pubblicazione della prima rivista
specializzata, la Gothic & Lolita Bible, e
all'abbigliamento tenuto sempre dallo stesso Mana nei concerti.
Successivamente il gothic lolita fu prodotto anche da altri marchi.
Lo stile Gothic Lolita, in contrasto
con gli altri stili Lolita, è caratterizzato da un trucco
solitamente scuro, dark, utilizzato in modo leggero. Gli occhi sono o
molto definiti, con dell'eyeliner e del khol, o molto sfumati, con
dell'ombretto, di norma nero o di colori scuri; il rossetto è
generalmente rosso scuro o vivo. Il trucco risulta meno pesante di
quello usato dalla moda gothic.
Nei vestiti, notevole l'uso del colore
nero abbinato, a seconda dei capi, dal colore bianco, blu, rosso,
viola, con merletti, ricami e fiocchi di questi colori e con calze,
calzini sopra il ginocchio o collant bianchi o neri.
Alcuni degli elementi più
caratteristici dello stile sono i capelli usati, come i mini
cilindri, le mini corone e gli accessori ispirati all'epoca
vittoriana come parasole e talvolta anche delle cuffie da neonato.
Sono molto usate le fasce per i capelli, con decorazioni quali
fiocchi, fiori e lacci. Altri accessori sono borse o borsette,
talvolta a forma di pipistrello, bara, crocifisso così come orologi
da tasca o orsacchiotti e pelouche.
Il look lolita ha iniziato a
distinguersi principalmente per la sua attenzione ai materiali e alla
manifattura dei vestiti. La silhouette classica prevede una gonna
lunga fino al ginocchio con una forma a campana data da varie
sottovesti, ma si è evoluta fino a comprendere gonne lunghe fino
alla caviglia o corsetti.
Le ragazze nipponiche, inoltre,
incarnano perfettamente il cosiddetto modello del moratorium
ningen, vivono cioè rimandando di continuo l'ingresso nella
temuta (e un poco disprezzata) età adulta. Questo tentativo di
posticipare la piena maturità si manifesta anche attraverso l'amore
verso il kawaii (il carino infantile), che tra il 1960 e il
1970 ha appunto contribuito a dar vita al gothic lolita. Questo
stile, dunque, cela un complesso discorso sociologico che attraversa
gli ultimi cinquant'anni e si esprime tanto attraverso la moda quanto
molteplici forme artistiche, come il cinema (Kamikaze girls),
i manga (NANA, Lady Oscar, X-day...), e la musica (visual
kei, Malice Mizer, Moi dix Moi...).
Dietro merletti e balze, insomma le
gothic lolita nascondono un'identità dalle forti radici e,
soprattutto, un'anima: un'anima che cerca di contrastare la realtà
con un pizzico di candore, di dolcezza e, forse, persino di sana
follia.
“Oh dio-chan, questo vestito fatto
a forma di torta rosa con fiocchi fuxia a forma di torta e cappello
di torta lilla è così...così...KAWAII!”
Una Gothic Lolita su vestiti di alta
classe.
Carmy-chan
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