mercoledì 10 aprile 2013

Introduzione alla cultura giapponese




Salve lettori,

sono Rosa-chan, una delle redattrici di questo blog. Vista la mia scarsa preparazione per quanto riguarda il mondo e la cultura giapponese, ho deciso  di leggere qualcosa che mi potesse introdurre in questo affasciante universo parallelo e chi meglio di un giapponese poteva farlo?  Introduzione alla cultura giapponese di Hisayasu Nakagawa ,pag. 117, ed. Bruno Mondadori, è un libro che  ha scardinato alcune mie certezze: l’autore, un prof. Emerito dell’università di Kyoto che ha studiato approfonditamente l’illuminismo e che per svariati anni ha vissuto a Parigi , con occhio occidentale esamina le macro differenze che diversificano una cultura dall’altra.

 La prima grande differenza è sicuramente la religione: il credere in un Dio superiore e   salvifico  è una concezione solo occidentale, mentre lo scintoismo e il buddhismo (i principali  culti  in  Giappone) non prevedono nulla di tutto ciò , un giapponese può benissimo praticare entrambe queste confessioni, senza per forza risultare incoerente . Praticare è il termine esatto: i riti fanno la “ religione” e non il credere in un essere trascendente.

La seconda, oserei dire, più grande differenza culturale è certamente la composizione della società giapponese: un organismo unicellulare in cui gli individui agiscono in funzione del bene collettivo e non  in funzione del proprio interesse (con le dovute eccezioni). Da una società di individui si passa, quindi, ad essere solo società, con tutte le conseguenze del caso : standardizzazione  dei caratteri,  mancanza di originalità e soprattutto carenza di una coscienza individuale (ovviamente di tutto questo non è possibile  fare una generalizzazione che valga per tutti i giapponesi).

La terza e ultima grande differenza che più mi ha affascinato è la diversa concezione dell’arte e quindi del bello nel mondo giapponese : per noi occidentali l’arte è svelamento, produzione di verità (l’alèthes greca), mentre nella concezione giapponese ciò che è artistico è nascosto, più è velato più è bello. Ad esempio una raffigurazione  potrebbe non esprimersi solo nell’immagine ma il suo messaggio potrebbe essere supportato da una frase scritta su un lato o da un elemento che stravolge il contesto figurativo.

Spero di essere stata chiara e aver dato una panoramica generale sulla cultura giapponese, che mi ha tanto affascinata e che, spero, affascini anche voi!


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