giovedì 11 aprile 2013

Hanami: lo spettacolo dei Sakura




(1) Ciliegio piangente nel parco Maruyama a Kyoto
 Se c’è una cosa che mi ha sempre realmente affascinato del Giappone (prima ancora che mi appassionassi alla cultura giapponese) questa è senz’altro la primavera giapponese, e in particolare la fioritura dei sakura (gli alberi di ciliegio).
Da anni colleziono immagini di questi splendidi alberi (e da anni entro in conflitto con mio fratello per l’immagine del desktop. In questo momento però, sono felice di affermare che a campeggiare sul desktop  è una  foto di un bell’albero di ciliegio. Che sia d’ insegnamento! Mai entrare in contrasto con una “nippofila”).
L’albero di ciliegio è l’albero per antonomasia del Giappone. Nel periodo che va da aprile a metà maggio i giapponesi si recano da tutte le parti del Giappone a osservare la fioritura dei ciliegi in circa 60 località. Questa tradizione è chiamata hanami (da hana= fiori e mi= vedere letteralmente    “Ammirare i fiori”).
La tradizione è molto antica e di origine cinese. Pare che in origine fosse il fiore di prugno ad essere celebrato durante l’hanami, poi però la bellezza dei “sakura” ebbe la meglio e da allora divenne il fiore simbolo della cultura giapponese. Nei tempi antichi si riteneva che in questi alberi risiedessero gli dei. Per questo motivo spesso  i giapponesi ponevano ai piedi dell’albero offerte per ingraziarsi la benevolenza  divina e rimanevano lì a pregare. Il fatto che la fioritura  di questi alberi coincidesse anche con il periodo di raccolta del riso spingeva molti a pregare per un buon raccolto (tra l’altro pare che attraverso gli alberi di ciliegio si potesse predire se il raccolto sarebbe stato buono o meno).
(2) Castello di Hirosaki

Altre leggende sostengono che in origine i fiori dell’albero di ciliegio fossero bianchi ma che in seguito all’ordine dell’imperatore di seppellire sotto di essi migliaia di corpi di samurai i fiori siano diventati rosa per averne assorbito il sangue (sembra anche che da allora in poi gli altri samurai, seguendo il loro codice d’onore, decidessero di suicidarsi sotto questi alberi). Forse è legata a questa storia la credenza che attraverso questi alberi ci possa essere una sorta di legame con l’aldilà. E’ un albero intriso di leggende e tradizioni quello di sakura. Non meraviglia quindi il numero considerevole di coloro che si spostano per godere dello splendore della fioritura di questi alberi. Luoghi molto visitati sono il parco Maruyama a Kyoto che ospita il ciliegio piangente (1), varietà unica al mondo;  il castello di Hirosaki (2), famoso per la festa dei fiori di ciliegio; il parco di Ueno a Tokyo (3) ed altre innumerevoli località!
(3) Parco di Ueno a Tokyo
Per i giapponesi questo evento diventa anche un modo per staccare dal ritmo stressante della vita quotidiana, per rilassarsi e fare un picnic con gli amici a base di sushi, saké e dango (dango = sorta di gnocco giapponese fatto di farina di riso e solitamente servito con tè verde).  A proposito dei dango c’è un proverbio che mi ha fatto molto ridere visto  che chi mi conosce bene potrebbe attribuirmene la creazione. In Giappone infatti si dice “Hana yori dango” (tra l’altro titolo di un famosissimo manga) e cioè “meglio polpette che fiori”. Sono d’accordo! Non sottovalutiamo la bellezza e la poeticità delle polpette! Ahah. Ok, e dopo questa, se il lettore non l’avesse già fatto chiuderà di sicuro la pagina e a buon ragione. Gomen nasai!
Dango
Ritorno seria (o almeno ci provo, non prometto niente) e concludo con quello che forse è l’aspetto più interessante dell’albero di sakura (perlomeno per me), ossia la simbologia che c’è dietro. L’albero di sakura rappresenta la precarietà dell’esistenza umana, la sua brevità. Quest’albero sboccia per un periodo molto breve. Eppure in questa sua brevità è capace di donare gioia e serenità all’animo di colui che guarda. In cosa risiede questa sua poeticità che ci fa venire gli occhi lucidi? Secondo la mia modestissima opinione sta nel fatto  che, anche se per un periodo molto breve, esso ci dona la sua massima bellezza. Questo è un insegnamento per tutti noi. Anche se breve (o proprio perché è breve) questa vita deve essere vissuta con ardore, passione, dando significato ad ogni piccolo momento. L’albero di sakura ci stimola a dare tutto noi stessi e  a donare la nostra bellezza senza remore, a “sbocciare” in tutto il nostro splendore. Come fare? Beh l’albero di sakura ci dice anche questo: dando importanza alle cose realmente “essenziali”. È un albero che ha bisogno di poco per fiorire in tutta la sua bellezza: aria acqua, radici. Lo stesso vale per gli esseri umani. Amore, famiglia e serenità sono tutto ciò che occorre perché questa vita abbia significato. Come dice il piccolo principe “l’essenziale è invisibile agli occhi” (spero con questa citazione di aver ovviato alla massima sulle “polpette”). Vi saluto! Arigato. Alla prossima!
                                                                                                                                                                                                                Anto-chan      

1 commento:

  1. Un post assolutamente meraviglioso, non c'è che dire!!
    Personalmente mi ha sempre affascinata il Giappone, con tutte le sue usanze, tutte le sue sfumature, e leggere questo post non ha fatto altro per me che aumentare il suo fascino nei miei confronti, e solitamente non è facile catturare la mia attenzione, quindi complimenti vivissimi perché mi hai fatta appassionare ancora di più a questa fantastica cultura e a questo paese! Seguirò volentieri questo blog!

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